L’Hotel Monte Triana si trova vicino al centro storico, nell’emblematico quartiere di Triana. Da qui potrà passeggiare tranquillamente per le sue strade, addentrarsi nei suoi iconici angolini, conoscere i suoi abitanti, apprezzarne la gastronomia e ammirarne la caratteristica bellezza architettonica. La Cattedrale di Siviglia, la Giralda e la Torre dell’Oro sono a circa 20 minuti a piedi.
Nel quartiere di Triana potrai visitare i seguenti luoghi:
Museo della Ceramica – Castello di San Jorge – Mercato alimentare – Chiesa di Nuestra Señora de la O – Chiesa del Patrocinio (Cristo del Cachorro) – Capilla de los Marineros (Esperanza de Triana) – Capilla de la Estrella – Real Parroquia de Santa Ana – Capillita del Carmen (Ponte di Triana) – Convento de las Mínimas – Casa de los Mensaque.
Sono tutti raggiungibili a piedi dall’hotel.
Triana è uno dei quartieri più originali e famosi di Siviglia, nonché uno dei suoi luoghi più ricchi di storia.
La sua personalità lo rende particolarmente caratteristico.
Confina con la riva destra del fiume Guadalquivir e il suo collegamento più noto con la città è il Ponte di Triana, il cui nome preciso è Puente de Isabel II.
È un quartiere ben dotato di servizi, perfettamente collegato da autobus e metropolitana e raggiungibile in bicicletta.
Se usciamo dall’hotel e giriamo a sinistra, troveremo a pochi metri la Calle Castilla, una delle vie più importanti dove si trovano alcuni dei migliori bar di tapas del quartiere.
Questa strada ci condurrà fino alla Plaza del Altozano, epicentro di Triana dal quale possiamo accedere al Ponte per raggiungere il centro storico della città.
Dall’Altozano possiamo contemplare una delle immagini più belle della città: il fiume in tutta la sua ampiezza, l’Arena della Real Maestranza, la Torre dell’Oro e, in fondo, la Giralda e la Cattedrale di Siviglia che spuntano tra un palazzo e l’altro.
Nella Plaza del Altozano possiamo inoltre trovare la statua del torero Juan Belmonte, il massimo esponente del quartiere nella tauromachia, il monumento al flamenco, il Castello di San Jorge e la Capillita del Carmen.
Siamo in una posizione così privilegiata che se uscendo dall’hotel giriamo a destra finiremo per arrivare ai luoghi sopra menzionati attraverso un’altra importantissima via di Triana, la Calle Pages del Corro, che finisce per convergere in calle San Jacinto. Anche lungo Pages del Corro troveremo numerosi bar e negozi.
Il quartiere di Triana si contraddistingue per i numerosi punti di interesse turistico, tra cui le Chiese di Nuestra Señora de la O e del Patrocinio (con l’immagine del Cristo del Cachorro), la Real Parroquia de Santa Ana e il Museo della Ceramica.
Triana è inoltre considerata una delle culle del flamenco.
La ceramica è uno dei prodotti tipici e artigianali di questo quartiere, famoso in tutto il mondo.
Vera e propria icona delle cattedrali gotiche, nonché la più grande al mondo in questo stile, la troviamo anche al terzo posto nella classifica dei templi cristiani, dopo la romana San Pietro e la londinese St Paul’s. Divenne cattedrale il 23 novembre 1248, con la conquista di Siviglia da parte di Ferdinando III di Castiglia, e dopo essere stata la moschea principale della città.
Possiede uno dei più ricchi tesori artistici che si conservano in ambito ecclesiastico ed è considerata una delle migliori pinacoteche spagnole. Al suo interno possiamo trovare importantissime opere di oreficeria, quadri, sculture, tessuti e vetrate che la rendono un museo imperdibile. Dista solo 22 minuti a piedi dall’Hotel Monte Triana Sevilla, in una passeggiata ricca di enclavi e monumenti da non perdere.
L’originalità della Giralda ha ispirato numerose torri posteriori, ad esempio in paesi come Russia, Polonia o Stati Uniti.
La costruzione della Giralda come minareto della Grande Moschea, della quale oggigiorno conserviamo il famoso Patio de los Naranjos, iniziò nel 1184 sotto la direzione dell’architetto Ben Baso. Con i suoi 82 metri di altezza, il minareto era all’epoca l’edificio più alto d’Europa. I lavori si conclusero nel 1198, con la collocazione di quattro sfere in bronzo dorato alla sommità della torre.
I suoi antecedenti stilistici si ritrovano nei capolavori dello stile ispano-magrebino del XII secolo, come il minareto della Moschea della Koutoubia a Marrakech o la torre Hassan a Tangeri, la cui costruzione non è stata completata e che si considera la sorella della Giralda.
È un insieme di palazzi reali, circondati da una muraglia, e ospita diversi stili architettonici, che hanno segnato il passare del tempo: l’islamico, il mudéjar e il gotico.
Tra i contributi rinascimentali si segnalano l’altare in maiolica realizzato da Francesco Niculoso Pisano nel 1504 e la pala pittorica, situata nella Sala dell’Ammiraglio, dedicata alla Madonna dei Navigatori. Questo stile si ritrova anche nei cosiddetti Saloni di Carlos I, le sale interne adornate da una magnifica collezione di arazzi che rappresentano la conquista di Tunisi da parte di Carlos I.
Il piano superiore dell’edificio è fortemente influenzato dalla presenza dei Borboni nel XIX secolo. Queste stanze sono state restaurate in stile ottocentesco con arazzi, lampade in vetro della Granja, orologi, mobili e una notevole collezione di dipinti.
L’Alcázar è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987 e utilizzato come ambientazione nella famosa serie Game of Thrones, per i Giardini dell’acqua di Dorne.
Famosa in tutto il mondo, è costituita da un canale di forma ovale scavalcato da quattro ponti, da un’elegante fontana che predomina al centro, due torri di identica composizione e 48 panche in piastrelle di Triana che alludono alle province spagnole (Siviglia – a cui è dedicato un murale –, le città di Ceuta e Melilla e Tenerife – all’epoca non considerata una provincia – non sono rappresentate). Notevole è anche il soffitto a cassettoni della piazza, così come l’accostamento dei mattoni a vista con le formelle di marmo e i vari ornamenti di ceramica policroma.
La Plaza de España, che guarda al fiume Guadalquivir come strada da seguire verso l’America, ha subito nel corso del tempo diversi restauri, come il recupero delle lampade in ceramica e ghisa, con l’obiettivo di ricostruire l’immagine con cui fu concepita dal suo autore, Aníbal González, per l’Esposizione del 1929.
Il quartiere sivigliano di Santa Cruz si trova nel cuore della città storica, con i suoi soffitti a cassettoni, le labirintiche vie del quartiere ebraico, le piazze piantumate con alberi di arancio e tanti altri luoghi incantevoli dove gustare delle tapas o fare shopping.
In questa zona si stabilirono gli ebrei di Siviglia, molti dei quali si videro costretti a lasciare la città nel 1483. Alla fine dell’Ottocento, Santa Cruz andò in declino e ritrovò il suo splendore solo con le riforme promosse dall’Esposizione Iberoamericana del 1929, per qui i visitatori vi troveranno una fitta rete di vicoli, alcune delle migliori viste sulla Giralda e numerosi angolini pittoreschi.
Dapprima Convento de la Merced Calzada, fondato dopo la conquista di Siviglia nel 1248 da San Pedro Nolasco; poi, nel 1835, Museo della Pittura, e finalmente, nel 1841, inaugurato come Museo delle Belle Arti, a seguito della cosiddetta desamortización di conventi e monasteri.
Le sue collezioni sono il risultato di beni ecclesiastici confiscati, ma anche di donazioni e acquisizioni della pubblica amministrazione.
Il tema principale del museo è la pittura sivigliana e la sua orbita, in particolar modo quella del XVII secolo; tuttavia, ospita collezioni molto diverse (dipinti, sculture, ceramiche, gioielli, mobili, ecc.).
La Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballería di Siviglia è l’arena più antica di Spagna. La celebre corrida, una delle più popolari al mondo, si svolge nell’ambito della Fiera d’Aprile di Siviglia. È considerata una delle attrazioni turistiche più famose della città e una delle più visitate dai turisti. Per i toreri, è una delle piazze più difficili al mondo, sia per la sua determinazione e personalità, che per il suo pubblico, forse uno dei più critici.
Proprietà della Real Maestranza de Caballería. In alcuni ambienti è considerata l’arena più importante di Spagna, una sorta di Cattedrale della corrida. Al suo interno ospita il Museo della Corrida.
L’archivio delle Indie contiene un tesoro di enorme valore: 43.000 documenti, 80 milioni di pagine, 8.000 mappe, tra cui i testi scritti a mano da Cristoforo Colombo e Magellano. La visita di questo spazio permette di esplorare la storia del mondo senza lasciare Siviglia.
Fu ai tempi di Filippo II che fu costruita la Lonja de Sevilla per impedire ai mercanti di utilizzare i gradini della chiesa per il commercio. Nel 1785 la Lonja de Mercaderes divenne l’Archivio Generale delle Indie, per ragioni logistiche e nello spirito dell’Illuminismo. Il re Carlo III decise di raggruppare in questo edificio una vasta collezione di documenti storici.
Al numero 1 della Calle Bécquer, nel famoso quartiere Macarena, troviamo la famosissima Basilica della Macarena, il cui nome ufficiale è Basílica de Santa María de la Esperanza Macarena. Il Tempio Cattolico è la sede della Confraternita di Esperanza Macarena, che all’alba del Venerdì Santo porta in processione per le vie di Siviglia le immagini della Madonna della Macarena e di Nuestro Padre Jesús de la Sentencia. La sua costruzione iniziò il 13 aprile 1941, quando Pedro Segura y Sáenz, arcivescovo di Siviglia, benedì i terreni e pose la prima pietra del tempio. Completata nel 1949, fu benedetta il 18 marzo dallo stesso arcivescovo, con Queipo de Llano e Serafina Salcedo in qualità di padrini, e consacrata dal cardinale José María Bueno, arcivescovo della città, il 7 ottobre 1966. L’opera fu realizzata dall’architetto sivigliano Aurelio Gómez Millán. Papa Paolo VI, con una bolla, le conferì la dignità di Basilica Minore, concessa il 12 novembre dello stesso anno in cui ne fu completata la costruzione. È il primo tempio nella capitale andalusa ad ottenere tale dignità.
La città romana di Italica si trova nel Bajo Guadalquivir, a metà strada tra Siviglia (Hispalis) e Alcalá del Río (Ilipa), nell’attuale Santiponce, vicino ai giacimenti minerari della Sierra Morena. Svolse un ruolo strategico, sia dal punto di vista politico-militare, sia da quello economico, durante l’Alto Impero Romano. Prova di ciò è che arrivò ad occupare una superficie di circa 52 ettari.
Le origini del complesso archeologico di Italica risalgono al 206 a.C., quando, durante la seconda guerra punica, il generale Publio Cornelio Scipione Africano, dopo aver sconfitto i Cartaginesi nella battaglia di Ilipa, stabilì un distaccamento di legionari sulla collina di Sant’Antonio, dove già esisteva una popolazione turdetana dal IV secolo a.C.
